I fanciulli degli ebrei

I fanciulli degli Ebrei agitavano rami,
cantando: “Gloria a Dio nell’ alto dei cieli”
sulla via c’era la folla, verso Gerusalemme
stendevano i loro mantelli,
acclamando al Signore.

Alzate, o porte, i vostri frontoni,
allargatevi, antiche aperture:
ecco, sta entrando il Re della gloria:
alzate, o porte, i vostri frontoni.

Ecco, sta entrando il Re della gloria:
ma chi Ú questo Re della gloria?
E’ il Signore, il forte, il potente,
Ú il Signore che vince in battaglia.

Popoli tutti, battete le mani,
gridate a Dio con voci di gioia,
perché il Signore Ú grande,
terribile Re di tutta la terra.

A noi sottomette i popoli
e le genti sotto i nostri piedi,
noi siamo la sua eredità,
il popolo che egli ama.

Sale il Signore nel clamore,
Iddio tra voci di corni:
cantate a Dio, cantate,
cantate tutti al nostro Re.

Ma se la nostra lingua non cantasse,
i cieli narrano la gloria di Dio,
le terre lontane lo benedicono
e le stelle tutte del cielo lo lodano.

Giorno a giorno riversa parole
e notte a notte riversa conoscenza,
non c’Ú parola e non c’Ú linguaggio,
di cui non si possa udir la voce.

Viene la folla e porta fiori e palme,
viene la folla incontro al Signore,
tutti lo acclamano: Figlio di Dio,
e il suo regno Ú la città santa.

Uniamoci fratelli anche noi
con i fanciulli insieme alle folle,
e cantiamo: benedetto Ú il Signore!
Osanna nell’alto dei cieli!

C’Ú una gran folla venuta per la Pasqua,
per celebrare il passaggio del Signore,
e tutti gridavano: Ú davvero lui,
benedetto chi viene nel nome del Signore!

Mentre lui entrava in Gerusalemme,
il popolo tutto provò commozione,
e si chiedevano: chi Ú costui
che entra nella città santa.

Quest’uomo, che entra su un’asina,
Ú Gesù il profeta di Nazareth,
e viene a rinnovare il popolo,
ecco, ora sta entrando in Gerusalemme.

Egli non Ú né forte né potente,
messo a morte come un malfattore,
sale da solo verso la croce:
benedetto chi viene nel nome del Signore.